2 giugno 1946: la Repubblica vince senza Castelcovati

2 giugno 1946: la Repubblica vince senza Castelcovati

Una comunità conta le ferite umane e sociali del dopoguerra: una rassegnata conservazione sembra permeare la rinascita. Il progresso istituzionale  si manifesta alle elezioni di  domenica 24 marzo 1946, quando finalmente anche le donne castelcovatesi si recano alle urne per l’elezione dei propri amministratori. I limiti di censo vengono aboliti e  il suffragio diviene universale. La democrazia non è mai stata così  palpabile.

Nella seduta del primo consiglio comunale viene eletto come sindaco l’agricoltore Gussago Angelo, affittuale della cascina Dosso. Egli è un rappresentante Dc,  partito, che insieme ai due maggiori schieramenti di massa, Psiup e Pci, si contende la supremazia politica in loco. Il consiglio comunale appare così costituito: Gussago Angelo, sindaco; Cadei Giovanni assessore anziano; Zuppelli Pietro, assessore effettivo; Amighetti Giacomo e Zani Giovanni assessori supplenti; altri consiglieri Barcella Mario, Cominardi Giacomo, Festa Bortolo, Gerri Giuseppe, Inverardi Antonio, Mondini Cristoforo, Scalvini Biagio, Soldo Emilio, Turrini Giuseppe, Viarigi Aristide e Zuppelli Pietro. Un’accesa partecipazione  al dibattito politico invade la piazza Umberto I  (odierna piazza Martiri della Libertà), teatro di numerosi comizi pubblici. Lo sventolio delle bandiere rosse e di quelle bianche con lo scudocrociato alimenta il libero confronto e le contestazioni infiammano l’uditorio.

Anche il ruolo della Chiesa non è marginale: alcune  madri di  Azione Cattolica al termine della dottrina cristiana e della prima messa domenicale, insegnano e spiegano a tutte le  altre donne convenute le indicazioni della Chiesa e le modalità di voto.

Certificato per prendere parte all'elezione dell'assemblea costituente e referendum istituzionale del 2 giugno 1946, del signor Gerri Giuseppe (papà di Ugo ed Edoardo)

Certificato per prendere parte all’elezione dell’assemblea costituente e referendum istituzionale del 2 giugno 1946, del signor Gerri Giuseppe (papà di Ugo ed Edoardo)

Alle consultazioni del 2 giugno per l’assemblea costituente e il referendum istituzionale la stragrande maggioranza dei castelcovatesi conferma il voto cattolico moderato, schierandosi per la monarchia sabauda : 748 votano perché Umberto II rimanga sul trono, 279 per la nascita della Repubblica ( 46 le schede bianche). Una netta  fedeltà alla corona espressa anche nei paesi limitrofi e segno di una contraddizione forse solo apparente: si desidera  voltare pagina ma saldamente ancorati alle tradizioni. Un cammino da intraprendere a  piccoli passi.

Per curiosità anagrafica  citiamo gli ultimi e primi nati, morti e coniugati rispettivamente della Monarchia e della Repubblica: il 21 maggio nasce Barbareschi Cecilia (ora vedova Rosa), il 7 giugno nasce Rosa Giuseppina e il 10 giugno  Ribola Pierangelo (coniugato Saia), l’1 giugno muore Bersini Rosina di giorni 16, il 7 giugno muore Onger Elisabetta Marina fu Paolo ( vedova di Mondini Fausto), l’1 marzo si sposano Mondini Paolo con Savoldi Annunciata e il 3 luglio Mombelli Angelo con Pizzamiglio Francesca.

Disastrose le condizioni sociali ed igieniche:  i 2236 castelcovatesi vivono in abitazioni poco salutari. Ogni alloggio, in media, conta solo 2,22 locali. In molti casi, diversi nuclei famigliari coabitano.

Mezza stanza scarsa è assegnata ad ogni compaesano. 104 case godono di acqua potabile e solo 7 hanno il bagno. Numerosissime le  latrine interne ed esterne alle abitazioni. Più di un centinaio, soprattutto  cascine, quelle  sprovviste di illuminazione.

Preponderante per la modernizzazione di Castelcovati è lo spirito di sacrificio e di intraprendenza della nostra gente unito al lucido e paterno progetto  degli amministratori che si succederanno.

Il riscatto dalla povertà si intreccia alle maglie della  costruzione del paese “famiglia”: una comunità unita sui valori della tradizione cristiana e rinsaldata dalla garanzia di case e stipendio. Protagonista  il Comune che, imprenditore ed immobiliarista, favorisce  la nascita di quartieri e servizi, costruisce scuole, istituisce le corriere per i pendolari e incentiva l’arrivo di aziende.

Un paese, a detta di un giornalista del tempo, cresciuto troppo in fretta…