Uno dei sei – Soldato Clarense fucilato

Uno dei sei – Soldato Clarense fucilato

Nella “prima” delle due guerre combattute dai militari italiani nel corso della Grande guerra – ossia quella “offensivista” del 1915-17 in contrapposizione a quella difensiva del 1917-18 – per lungo tempo i comandi italiani furono pervasi dall’ossessione di mantenere ad ogni costo tutte le posizioni raggiunte nel corso delle avanzate, anche se fossero state tatticamente svantaggiose ed anche se avessero comportato un illogico, notevole dispendio di uomini e risorse. I motivi? Timore di destituzioni, difficoltà ad adattarsi ai canoni della nuova guerra per eccessiva rigidità mentale, cieco patriottismo.
A scrollarsi di dosso l’asfissiante, inconcludente presenza delle truppe italiane ci pensarono le truppe austro-ungariche. E accadde anche in Val di Ledro. Il 22 settembre 1916 forze imperiali scesero dalle loro dominanti linee del Tomeabrù e attaccarono un isolato avamposto tenuto dai bersaglieri del 7° reggimento a Dosso Perea. Una parte reagì e ricacciò l’avversario, una parte, forse colta dal panico, si sbandò di fronte al nemico.

Allora il comando della 6a divisione italiana volle dare un esempio feroce di disciplina e di pedagogia sui generis. Si convocò il tribunale straordinario di guerra che emise la sentenza, terribile. Tutti e sei gli imputati furono condannati a morte mediante fucilazione al petto, compreso il bersagliere Alessandro Gozzini da Chiari, carrettiere trentaduenne. La sentenza fu eseguita in Bezzecca. Era il 23 settembre 1916.

A cura di Emanuele Cerruti.

Fonti:

Archivio di Stato ruolo matricolare anno 1884 e carte del Comune di Chiari in carteggi grande guerra.