Commemorazione dei caduti – Il ricordo nelle parole del Sindaco Morandini
In occasione delle celebrazioni in ricordo dei caduti di tutte le guerre, che ricorre ogni 4 novembre, riportiamo un discorso del già Sindaco di Castelcovati Giuseppe Flaminio Morandini, a lungo alla guida del Comune, pronunciato dinnanzi al monumento ai caduti tra il 1960 e il 1970.
Ho accettato, con vivo piacere, l’invito rivoltomi dal Consiglio Direttivo della Associazione Combattenti e Reduci di Castelcovati di commemorare la ricorrenza del IV Novembre e di rivolgere un breve pensiero ai gloriosi soldati che hanno immolato le loro giovani vite per i supremi ideali della Patria. Debbo confessare che il commemorare una giornata così grande nella storia della Patria, non è cosa molto semplice. Innanzitutto, bisognerebbe cercare di capire il significato vero, il significato profondo della spiritualità e del pensiero di tutti, indistintamente, gli uomini che sono caduti per la grandezza dei loro ideali. Io sono convinto che tutti, tutti quanti, sognavano una società più civile, una società più sana, più libera, più democratica e tutti hanno immolato le loro vite per questi ideali. Ora tocca a noi fare un esame di coscienza e vedere se siamo stati capaci, perché questo è il nostro preciso compito, il nostro preciso dovere, di fare fruttare il seme che questi giovani hanno cercato di far germogliare. Tocca a noi vedere se i frutti che questi giovani hanno sperato di poter dare alla nuova società, facendo olocausto delle loro giovani vite, si possono considerare raggiunti. Onestamente penso di poter affermare che i frutti sperati non si sono realizzati che in parte. E come potremmo infatti affermare di vivere in un mondo più giusto, in un mondo più civile, quando parecchi popoli soffrono tuttora la fame e giornalmente assistiamo alla triste fenomeno di vedere morire dalla fame piccole creature. E di contro, invece, assistiamo a popoli che vivono nella grandezza di mezzi finanziari e non sentono minimamente il dovere di devolvere parte di questi mezzi per venire incontro alle estreme necessità di questa povera gente, ma addirittura si sentono autorizzati ad impiegare ingenti mezzi per costruire ordigni che potrebbero portare alla distruzione della intera umanità, anziché venire incontro alle giuste esigenze dei fratelli che soffrono. Davanti a questi eventi, i nostri Caduti, riconosciamolo, non avrebbero esitato un solo istante a privarsi del necessario per darlo a questi popoli , per far sentire a questa gente più sfortunata, ma non meno importante, il calore della solidarietà umana, indice di civiltà e di progresso. Non dimentichiamoci che un popolo potrà dirsi veramente civile, quando avrà saputo abbattere tutte le frontiere ed accogliere tutti gli uomini come fratelli. Questi, io sono sicuro, erano i sogni e le speranza dei nostri padri e dei nostri fratelli, questi erano gli ideali più puri, più santi che facevano affrontare la morte con il sorriso sulle labbra ai nostri valorosi caduti. Purtroppo, ci sono ancora popoli che antepongono le loro idee nazionaliste a questi supremi ideali di civiltà e di progresso e vorrebbero trascinare ad ogni costo l’umanità in un nuovo assurdo e disonesto conflitto. A questi popoli dobbiamo dire no! Basta con le guerre! Basta con le lotte che lacerano le carni umane e feriscono profondamente i cuori lasciando in essi un solco di amarezza e di disillusioni. Basta col privare, innocenti creature dell’affetto dei loro cari ! Questi orrori non sono degni di una società civile! E per questo mi rivolgo principalmente a Voi, cari combattenti, a voi che avete provato le umiliazioni dei campi di concentramento, a voi che avete conosciuto i disagi di una guerra, che avete sofferto la fame e di il freddo in terra straniera, che per il bene supremo dei vostri ideali non avete esitato un solo istante a lasciare in lacrime le madri, le spose, i figli, perchè abbiate a levare la vostra voce contro tutti coloro che chiedono altre guerre, altre rovine, altri disastri. Fate sentire, Voi che avete provato tante amarezze, che avete attraversato tante peripezie, fate sentire la vostra voce di pace, di serenità, di coscienza, di fraternità ed indicate al mondo intero che tutti gli uomini , senza distinzione di razza e di colore, sono fratelli, perché tutti figli dello stesso Padre. Siate certi, combattenti carissimi, che accanto alla vostra voce di pace, in questa campagna contro il flagello della guerra, troverete la voce di tutti i Caduti che hanno dato la loro vita per la grandezza degli ideali di civiltà e di progresso e li sentirete vicini come allora sui campi di battaglia. Solo così, cari Combattenti, solo cercando di costruire una società mondiale più giusta e più libera sulla base degli ideali dei nostri caduti, noi daremo loro testimonianza di affetti e di imperituro ricordo.