Don Angelo Raccagni – Un apostolato tra guerra e boom economico

Don Angelo Raccagni – Un apostolato tra guerra e boom economico

Circondato dall’affetto e dalla religiosa stima di tutti se ne andava, colpito da ictus, alla vigilia di Natale di quaranta anni fa, il caro parroco Don Angelo Raccagni.

Con la sua misera veste sacerdotale rattoppata, trascinando  le sue ciabatte, si ricongiungeva,  nella casa del Padre, ai genitori che l’avevano lasciato orfano antecedentemente alla  sua Prima Messa.

Segnato ed illuminato dalla forte esperienza nell’ospedale militare n° 223 dell’86° Sez. Sanità (dal gennaio 1916 al marzo 1919), spese una vita nella carità e nel servizio ai fratelli.

Ordinato sacerdote, nella cerimonia consacrale che lo vedeva vicino a colui che sarebbe diventato Papa Paolo VI, giunse a Castelcovati, per la via di Castrezzato, il giorno di San Giuseppe del 1945, festosamente accolto, ignaro che due giorni dopo  avrebbe celebrato le esequie di tre vite castelcovatesi  spezzate dallo scoppio di un ordigno bellico. Nell’ umile dedizione quotidiana spiegò tutte le sue energie per la realizzazione di molte opere. Rivive  ancora nel ricordo di molti il suo entusiasmo quando, una sera della tarda estate del 1960, dopo aver avvisato il sindaco Morandini, lesse  a messa alta  l’annuncio della dispensa del Vescovo che concedeva di poter lavorare la domenica ai fedeli che intendevano  costruire la propria casa.

Così la rivista della diocesi di Brescia n° 1 del 1976 ne traccia il necrologio:

“Nato a Gardone V. T. il 19 giugno 1892, da Fermo e Maffei Santa.

Ordinato sacerdote nella Cattedrale di Brescia il 29 maggio 1920.

1920-1921: Vicario Cooperatore a Pezzaze.

1921-1928: Vicario Cooperatore ad  Inzino.

1928-1945: Rettore in città a S. Bartolomeo al Lazzaretto.

1945-1968: Parroco di Castelcovati.

1968-1975: quiescente a Castelcovati. Morto a Castelcovati il 24 dicembre 1975: ivi funerato e sepolto il 27 dicembre 1975.

[…] Egli diede un’impronta nuova alla parrocchia, dotandola di adeguate strutture materiali, ma soprattutto aprendola alla comprensione dei tanti problemi di un mondo, che stava decisamente cambiando. La sua azione non fu tanto febbrile e conclamato attivismo, ma guida saggia, prudente e decisa nell’affrontare e risolvere ogni difficoltà, mai approfondendo inevitabili fratture, non creando pericolose antitesi tra passato e presente, sollecito per un rinnovamento ad ogni livello, industriandosi a fondere tutto  e tutti in unità d’intenti, per costruire in autentica nuova dimensione la realtà del popolo di Dio. E la sua gente lo seguì, perché lo scoprì ogni ora autentico sacerdote.”

Immagini dal funerale di Don Angelo Raccagni

Ringraziamenti: Marino Marini e Gruppo Avis Castelcovati